ISLANDA 2023.... SPENGISANDUR F26


                                                                     


Dopo una notte insonne sono partito in bici da Vogar per Reykjavik. Alle 5 per non correre rischi di perdere il bus che mi porterà ad Akureyri mi sono alzato e ho pedalato per 40 km su di una superstrada molto trafficata ma ero in sicurezza in quanto la corsia di emergenza è molto ampia. Ho conosciuto 2 ragazzi californiani e una ragazza dello Utah che faranno lo stesso mio percorso, è buona cosa sapere che ci sono altri pazzi come me. Non piove ma è il cielo molto nuvoloso ci sono 8 gradi. Domani oppure già oggi pomeriggio si comincia a fare sul serio. Voglio salutare tutti i miei amici e chi mi ha dato la possibilità di affrontare questa avventura vale a dire BRT SYSTEM E IL CRAL BARILLA








Primo giorno
Sono partito intorno alle 5,30
Da Akureyri, ho pedalato per 52 km fino alle cascate di Godafoss , pensavo di fare una ventina di km ancora poi la voglia di arrivare a varcare il cancello della F26 è stato più forte. Eolo oggi è stato benevolo una leggera brezza si fa per dire mi ha dato una mano. Ora che scrivo mi trovo sull altopiano in tenda,il vento di sente eccome, sono le 22,30 e c'è ancora chiaro.Devo dire che da quando sono atterrato in quest'isola non ho ancora visto il blu del cielo.Ora mi riposo un po' , poi spero domani di arrivare al rifugio Nyidalur












































































SECONDO GIORNO

Ho dormito in tenda sull’ altopiano a 850 m di altitudine. Ero circondato dal nulla più completo e nebbia . Trovare la forza di uscire dal sacco a pelo non è stato facile. Il percorso è un susseguirsi di sali scendi per poter superare questi collinoni pelati e sassosi. Eppure essere completamente solo in questo contesto di vento , raffiche di pioggia, sassi, nebbia ha un suo fascino . Ad un certo punto a metà percorso lo scenario cambia totalmente. Davanti a me un'enorme deserto  di sassolini formano un perfetto tappeto. Sembra che madre natura abbia usato una livella . Tanti km di questo paesaggio intervallato da qualche lago anche di grandi dimensioni. La carraia per km è un alternarsi di pietre e sabbia che è molto insidiosa perché la bicicletta si pianta di colpo e c'è il rischio di farsi male . Comincio a guadare i primi piccoli torrenti ma il mio pensiero va all'ultimo proprio a ridosso del rifugio dove pernotterò, il Nyidalur. La fortuna vuole che il ghiacciaio oggi si scioglie poco e la portata d'acqua non è eccessiva, si può fare. Finalmente il rifugio, tanti francesi ci sono. Un gruppo con fuoristrada e guida seguito, altri con moto da cross e altri come me con bici. Tutti cercano l avventura a modo loro. Ora mi abbuffo del mio cibo disidratato e poi nanna, sono stanchissimo.










































GIORNO3

Ho dormito come un sasso, la stanchezza ha avuto la meglio. Al risveglio anche gli ospiti francesi del rifugio sono indaffarati a prepararsi e ripartire. In 5 sono con 2 fuoristrada e la guida tra l' altro Algerina. Mi chiedo cosa ci faccia qua, ma sa perfettamente italiano , francese, inglese,  spagnolo. La sera prima ho fatto amicizia con 2 motociclisti anch'essi francesi, fanno al contrario il mio percorso. Mi dicevano che sono arrivati con le moto in nave che fa servizio dalla Danimarca. Anche oggi il vento è stato amico, finalmente sono tornato a vedere il blu del cielo. Ho attraversato almeno 5 torrenti con poca portata ma ho dovuto indossare le scarpe anti acqua. Il panorama è il solito ma in lontananza padroneggiano i ghiacciai VATNAJOKULL e HOFSJOKULL, sono enormi , al mio arrivo in aereo avevo notato la grande estensione di questi 2 giganti di ghiaccio. Incrocio altri 3 cicloviaggiatori, ci facciamo le solite domande, da dove vieni? dove stai andando? Mi volto e riguardo la direzione da cui provengo, beh devo dire che sto facendo una impresa epica, e tra mille saliscendi sassosi e sabbiosi sono finalmente arrivato al termine della F26. Ora comincia la 26 senza F perché in Islanda le strade indicate con la F sono sterrate ,F è l ' iniziale di Fjallavegur  ,  STRADA DI MONTAGNA. Ora sono nel primo approccio di civiltà, un albergo ristorante bar, ne approfitto per un cappuccino (Illy) molto buono e caricare l ' elettronica. Non capisco perché per entrare in questo locale fanno togliere le scarpe mah.....
























































GIORNO 4

Dopo una notte in tenda sulla sabbia vulcanica c'è voluta tanta pazienza per smontare la tenda, il vento forte la portava via. Comunque non lo demonizzo fino ad ora mi ha aiutato parecchio . Oggi sono tornato a pedalare nella civiltà , la strada è molto bella , il contorno è cambiato radicalmente dai giorni passati. Piano piano l'erba i fiori aumentano di km in km , ed anche qua si taglia l erba per il fieno. Molti sono gli allevamenti di cavalli . Il traffico aumenta il vento cambia direzione e gli ultimi 15km sono un calvario, molti li ho fatti a piedi. Finalmente trovo un 'ostello e la tanto desiderata doccia. Oggi sono stanchissimo, ho avuto ragione della Sprengisandur F26 ma ora le energie sono rimaste poche. Faccio spesa in un market ci sono i salumi Beretta, prendo la vaschetta e me sgodazzo tutta.  Domani è un altro giorno
























































GIORNO 5

Mi è scoppiato un raffreddore pazzesco, Tachipirina e via. Il vento laterale non molla ma all’inizio la strada è piana , una ventina di km e sono davanti all'oceano. In lontananza vedo che la strada sale. Purtroppo in modo serio, il vento fortissimo mi fa sbandare verso il centro strada più di una volta, meno male che passano pochi mezzi. Smonto più volte a spingere la bici è una faticaccia. Mi infilo per mezz' ora sotto un tubo che attraversa la strada da parte a parte, mi ristoro. Salite a rettilineo le ho sempre odiate , non vedo l'ora di arrivare a Grindavik, trovo un campeggio e forse domani mi trovano galleggiare nell' oceano con la tenda se il vento mi spazza via. Domani ultimi km e si concluderà questa avventura epica , non riesco ancora a credere di aver fatto da solo la Sprengisandur F26. Questo sarà il mio ultimo cicloviaggio, è ora della pensione . Oltre 20 anni di esperienze fantastiche, conserverò ricordi di tanta fatica ma ne valeva la pena, persone conosciute , episodi curiosi, immagini indelebili nella mia mente. Ho trasformato i miei sogni in realtà. Il mondo è grande è bello c'è tanto da vedere con la bici , i sogni resteranno sogni ormai  la realtà è questa. Grazie amici di avermi seguito. Se tutta questa cavalcata Islandese è riuscita oltre al sottoscritto che ci ha messo il cuore lo devo alla BRT SYSTEM dei fratelli BERTOLAZZI che mi hanno permesso di comunicare e di essere rintracciato con il GPS. E non per ultimo il CRAL BARILLA  che ancora un volta si è dimostrato sensibile a proporsi  per l'attività sportiva anche insolita come la mia. Grazie


























                                                    

GIORNO 6

Ultimi 20 km da fare per tornare a Vogar vicino all‘aeroporto .  Ho passato la notte in un campeggio strapieno di gente, chi con auto addobbate a caravan chi con la tenda e altri nelle casette con vista mare. Qualche italiano c'era e si capisce chi sono dalle urla di incazzatura verso i figli. Molti i cinesi e addirittura 2 monaci credo buddisti. Ho fatto conoscenza con un cicloviaggiatore Belga, abbiamo scambiato pareri sui nostri mezzi e su ciò che stavamo facendo. Ormai la bombola del fornellino non mi serve più gliela regalo. Non potete immaginare quanta bellezza c'è nello scambiarsi le opinioni tra colleghi viaggiatori. Parto lentamente, intanto devo ammazzare il tempo per i prossimi 3 giorni in attesa del volo. Decido di fare una piccola deviazione e mi dirigo a visitare la Blue Lagoon. Un sito dove una centrale geotermica estrae vapore   dalle viscere della terra. Proprio adiacente ci sono dei laghi  artificiali dove l acqua calda che esce permette di fare bagni termali. Quanti autobus strapieni di gente . Riprendo a pedalare sulla superstrada che porta alla capitale ed è trafficatissima. Finalmente la mia uscita che porta a vogar, solamente 2 km e arrivo al villaggio che è proprio in faccia all‘Oceano. È finita anche questa , un po' commosso lo sono , come sempre alla conclusione dei miei viaggi. Ora questa lunga attesa prima di divorarmi la torta d'erbe . Ciao Borgo torno presto






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