Cicloviaggio a Lisbona(via Lourdes,Santiago de Compostela,Fatima)2012


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Da Borgotaro a Fatima, via Santiago. In bici! di Cicci Pattoneri.

Questo viaggio è l'ultimo di una serie che ormai arriva a cinque.

Ero partito per Roma nel 1999 (500km), San Giovanni Rotondo nel 2001 (750km), Worms (Germania) nel 2009 (870km), Medjugorie (BOSNIA-ERZEGOVINA) nel 2010 (1068km).
Come si può ben capire e' stato un crescendo di chilometraggi. Anche le difficoltà che si incontrano aumentano con il progredire delle distanze. Avventure di questo tipo, si cominciano ad affrontare non dalle prime pedalate,ma molti mesi prima,raccogliendo informazioni magari da chi ha già vissuto quell'esperienza. Questo ha fatto in modo che ho potuto conoscere persone(non sono poche,con le mie stesse attitudini).Penso all'amico PIERLUIGI di Livorno che a 62 anni è arrivato a Santiago de Compostela, all'amico ciclopellegrino SILENO che da Como ha girato mezza Europa ed ora e' in viaggio per Gerusalemme,sempre, ovviamente, in bicicletta.
Il mezzo che ho usato è lo stesso di Medjugorie, la Cinelli di Eziobike che come sempre ha curato la messa a punto della bici. Ho anche avuto la fortuna di trovare chi ha creduto in me, ovvero l'HOSPITAL PICCOLE FIGLIE di Parma che mi ha aiutato nell'organizzazione del viaggio. Sono partito la mattina del 30 di Aprile e da subito ho dovuto fare i conti con la pioggia incessante dal passo del Bocco a Genova ad Arenzano. Cosi anche il giorno seguente fino a Diano marina:praticamente una doccia continua. Meno male che esistono le lavanderie a gettone dove ho potuto asciugare il materiale. Finalmente nell'attraversare la Costa azzurra è riapparso il sole e ho potuto godere decine di chilometri di una ciclabile fantastica sia a Cannes poi Nizza e oltre. Certo ho percorso anche la N7 che specie nel primo tratto è molto dura con salite sfiancanti.
Il sole ha fatto in modo che la mia parte sinistra diventasse rosso fuoco. In tutto il territorio francese quindi oltre 1000 chilometri,ho constatato che se non si e' di lingua madre e' molto difficile farsi capire ( inglese ed italiano proprio non lo capiscono).Per fortuna gli immigrati nord Africani che risiedono in Francia,nel loro passaggio in Italia hanno imparato l'essenziale della nostra lingua e quindi mi sono stati di grande aiuto. In Provenza nella tappa SAINT GILLES-AIX EN PROVENCE mi affianca un ciclista incuriosito,dopo averlo ragguagliato su ciò che stavo per compiere mi accompagna per 50 chilometri, fino a SAINT GILLES,dove ho percorso strade alternative e poco trafficate. Grazie a Dominique(questo il nome del ciclista) ho potuto pernottare nel primo ostello del cammino di SANTIAGO che ho incontrato e quindi porre il primo timbro sulla mia credenziale.
A SAINT GILLES ero l'unico ospite dell'ostello e ne è nata una simpatica serata con l'ospitalero JOSEF e consorte,fatta di comici discorsi in un improbabile italo/francese. Ho attraversato la CAMARGUE, una zona dove vicino al mare ci sono molti laghi e saline. Dopo la città di SETE ho percorso un' altra lunghissima ciclabile in riva al mare dove non si riesce ad apprezzare il panorama a causa di enormi dune di sabbia. Pedalando verso BéZIERS comincio a lasciare la costa per dirigermi verso l'interno ed incontro ramificazioni del CANAL DU MIDI. Interminabili sali/scendi mettono a dura prova le gambe fino ad arrivare a CARCASSONNE, dove faccio una visitina per poi ripartire verso CASTELNAUDARY,una giornata che difficilmente dimenticherò per il forte vento contrario. A CASTELNADUARY ho incontrato un simpatico giovane Basco di nome Fabiano,che gira in bicicletta i canali e si dirige verso i Pirenei a pescare,il tutto in piena autonomia,dorme in tenda si nutre del pescato ma quel giorno aveva bisogno di un riposo ristoratore. Abbiamo passato la serata in birreria e seguito la sconfitta di SARKOZY su di un megaschermo tra il boato dei clienti. La tappa verso ST.GAUDENS mi ha permesso di costeggiare in parte il fiume garonna, molto bello,e ho percorso una bella ciclabile di almeno 20 chilometri. Il giorno seguente mi sono diretto verso LOURDES,il primo obiettivo del mio cicloviaggio.
All'ostello del pellegrino ho conosciuto ragazzi di BOLZANO,MILANO,CUNEO,RAGUSA,abbiamo cenato all'ostello ed è stata una bella serata in compagnia. Tutte queste persone si stavano dirigendo verso ST.JAN PIED DE PORT per poi partire a piedi per 35 giorni alla volta di SANTIAGO DE COMPOSTELA. Al mattino il saluto dell'Ospitalero con un rito,ci ha messi tutti in cerchio a cantare una canzone in francese che nessuno conosceva. Partito per ST.JAN ho avuto il primo guaio meccanico,e' scoppiato il copertoncino dietro,ma in poco tempo ho risolto avendo i ricambi. Poco dopo mi si presenta un ostacolo più duro il famoso Col Do SQUICH, micidiale salita del Tour più di metà l’ho fatto a piedi. Arrivato a ST.JAN non avevo voglia di cercare molto un alloggio e mi son fidato (sbagliando) del primo che ho adocchiato. Praticamente un gattile/canile. La sera una puzza di urina di gatto che non ti dico,ma ormai era tardi mi sono accontentato come altri 7 sfortunati.

Anche la salita verso RONCISVALLE l’ho fatta in parte a piedi,era troppo per il peso che portavo,cosi anche il col de erro.L'entrata a PAMPLONA e' stata difficoltosa ma con l'aiuto di un biker tedesco e la sua cartina dettagliata siamo arrivati all'ostello in centro città. Un ostello ricavato in un antico convento, enorme centinaia di letti a castello ma comodo e pulito e perlopiù in pieno centro. IL giorno seguente mi dirigo a PUENTE LA REINA,punto d'incontro tra la via aragonese e francese del Cammino. Questa tappa mi porta a LOGORNO e per fortuna trovo l'ultimo posto disponibile all'ostello. Comincio ad assaporare il senso del Cammino,ogni giorno conosco tanti Pellegrini di molteplici nazionalità e lungo la via si sprecano i BUON CAMMINO, saluto classico dei pellegrini che serve da incoraggiamento. Lungo il cammino ho visto piedi martoriati, incerottati, zoppicanti ma la volontà di percorrere quegli 800 km era più forte del dolore delle vesciche. Per raggiungere BURGOS inizialmente percorro una decina di km a piedi sul cammino sterrato onde evitare superstrade poi la salita fino a 1150 metri di PUERTO DE LA PEDRAIA seguendo la N120. Arrivato a BURGOS non trovo posto nell'ostello del pellegrino e vengo quindi dirottato nel centro sportivo SANT AMARO dove in una palestra dormo per terra assieme ad altri 8 pellegrini.
Oggi si parte per SAHUGUN giornata splendida sia per il sole che per il tracciato agevole, anche qua ho percorso a piedi una decina chilometri ho conosciuto poi tre tedeschi in bicicletta e casualmente a SAHUGUN li ho ritrovati in un hotel,abbiamo cenato insieme e tanto per non capir nulla della lingua tedesca si sono aggiunti 2 svizzeri di Berna. Ma come al solito ci si riesce ad intendere bene nei discorsi, i tedeschi l'inglese lo conoscono e anche un pochino di italiano,aggiungiamoci poi 2 bicchieri di vino e il linguaggio diventa internazionale. Partito alla grande il giorno seguente,la strada piana mi ha agevolato ma arrivato a Reliegos subisco la seconda foratura, riparo il danno ma al montaggio della ruota non trovo più il dado che tiene il mozzo, dopo vane ricerche nell'erba grazie a un ragazzo di Padova trovo il pezzo. Con sollievo riparto trovo un meccanico e faccio sostituire entrambe i copertoncini, un timbro veloce a LEON e poi si riparte.
Arrivo ad ASTORGA in un bell'ostello cittadina gradevole. Una ragazza che accompagna i pellegrini alle brande parla come fosse un robot,mi chiedo tutt'ora se avesse dei problemi fisici.Oggi devo affrontare il colle della CRUZ DE FERRO 1504 metri,un passo duro ma non l’ho sofferto più di tanto,forse il panorama mozzafiato mi ha rigenerato. Poi giù fino a MOLINASECA, una discesa pericolosa con il vento di lato, e molto freddo. Mi fermo a LAS HERRERIAS un gruppo di case ai piedi di O CEBREIRO 1330 metri che decido di affrontare il giorno dopo. In effetti la salita si rivela durissima e quasi tutta l'affronto a piedi,al culmine del Colleun vento fortissimo e gelido attende oggi i pellegrini. Mi sono dovuto cambiare gli abiti sudati altrimenti sarei congelato. DOPO questa “caporetto fisicometereologica” ho l'ultimo ostacolo L'ALTO DE POIO 1337 metri, ma sono già in quota quindi lo risolvo bene. Poi giù in picchiata passando per SAMOS dove un gruppo di ciclisti belgi mi gonfiano le gomme che erano basse di pressione e mi ristorano poi passo SARRIA fino a PORTOMARIN.

In quell'ostello trovo parecchi italiani,da PIOMBINO A NAPOLI e ROMA. Sono eccitato mancano solo 100 km circa a SANTIAGO, domani ci arrivo. Ci sono arrivato certo ma il vento freddo e una leggera pioggia mi han fatto faticare non poco. PALAS DE REI,ARZUA,O PEDROUZO sono le località che attraverso,arrivo in vista dell'aeroporto di SANTIAGO che il cammino ne segue in parte il perimetro. Mi imbatto in un gruppo di pellegrini bresciani mi fermo a far 2 chiacchiere e uno di loro mi dice che è la terza volta che fa il cammino a piedi, è un fenomeno. Finalmente entro in città, vedo un gran fermento di gente,chiedo perchè e vengo a sapere che in Galizia è festa. Infatti la città è piena di artisti di strada,i locali stracolmi di gente.
Il mio obiettivo ora è trovare l'officina del pellegrino per avere la tanto sospirata COMPOSTELA, il certificato che conferma di aver percorso il cammino .é stata un'emozione unica,e ancora di più sapere che sono stato il primo italiano nel 2012 a raggiungere SANTIAGO dall'ITALIA in bicicletta. Questa euforia ha cambiato molto il proseguo del mio viaggio, ho pedalato scarico,senza voglia. Comunque il secondo obiettivo era centrato mi rimaneva il terzo, FATIMA e concludere a LISBONA. Da SANTIAGO attraverso il sud della GALIZIA, saliscendi di colli a non finire ma meno duri che in FRANCIA, arrivo a TUI dove passo il confine per approdare a VALENCA in PORTOGALLO, pernotto all'ostello del cammino portoghese su indicazione dei bombeiros (VIGILI DEL FUOCO).
Mi dirigo verso PORTO la strada scende e non e' affatto dura, arrivo in vista dell'oceano ATLANTICO, e' stato molto emozionante. Penso ai grandi navigatori che da quelle coste hanno salpato e scoperto nuove terre. Arrivato in prossimità di PORTO (20 km prima) su consiglio di un barista,prendo un mezzo per tagliare la città in quanto abbastanza complicata. A quel punto sotto la pioggia ho deciso di continuare con il mezzo fino a COIMBRA. Rimessomi in sella ho pedalato fino a CAXARIAS 60km. Il giorno seguente la meta del mattino è FATIMA e anche se a soli 25 km mi accorgo che la faccenda si fa dura, gli ultimi 8 km sono un dramma, una salita al 10% più acqua battente. Comunque stringendo i denti e a piedi ho raggiunto la terza meta,sono felice. Smesso di piovere mi apparto e cambio gli abiti,compro un paio di scarpe da ginnastica nuove,le mie erano inzuppate d'acqua,non potevo raggiungere LISBONA in quelle condizioni. Dopo un'ora fatto le riprese di rito,riparto deciso a raggiungere la LISBONA, erano le 10 passate ce la potevo fare. Parto e subito discesa poi un'alternanza di sali/scendi fino ad arrivare nella valle del fiume TAGO che la strada nazionale segue senza strappi, anzi e' piana. Arrivo a una ventina di chilometri prima della città, onde evitare di intrappolarmi in strade a 4 corsie prendo un mezzo ed entro in città. Trovo un negozio di biciclette e moto dove gentilmente e gratis mi permettono di impachettare la bici,in previsione del volo di ritorno. Ora posso andare in centro a fare qualche foto,più per dovere di cronaca che per voglia.
L'indomani alle 8 di mattina ho preso il volo per BOLOGNA, guardando dall'oblo non riuscivo a credere ancora di aver fatto tutta quella strada. Forse mi ci vorrà tempo per realizzare. Ero riuscito nella mia impresa personale, ce l'avevo fatta, certo questo scritto è una veloce cronaca di 22 giorni di pedalate e 2600 km, le emozioni posso assicurare sono state molte.....alla prossima avventura
 

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